A volte tocca rimanere sorpresi.
Avevo anticipato tempo fa questo scrittore russo — Evgenji Vodolazkin — e avevo autoironizzato sul fatto che a volte tiro fuori cognomi, nomi, scrittori, storie che sembrano inventati a bella posta per fare il Blogger per lettori avveduti.
Ora, a parte il fatto che il romanzo di Vodolazkin — «Lauro» — é uscito per un editore attento e dinamico come Elliot, é stato un gradevole cortocircuito trovarsi a Pordenone in fila con molte altre persone per andarne a vedere la presentazione.
Io pensavo fossimo pochi intimi. Invece sala piena, e interesse sottolineato dalle famigerate domande del pubblico.
Sará valso un paragone ambizioso: viene infatti considerato l´Umberto Eco russo, credo per un suo sguardo moderno, smaliziato, su una vicenda ambientata nel passato — o meglio ambientata lungo i secoli. Una sorta di immersione nella storia con mezzi contemporanei.
Lauro é la storia di un santo, di un uomo che si pente dei propri peccati, é una storia d´amore. Secondo l´autore stesso, Lauro é l´immagine collettiva del santo Russo, viaggia nel tempo perché lo trascende, si impersonifica in altrettanti santi, fa miracoli, ripara i torti.
Proprio per questa dimensione ultra-temporale, in Russia il romanzo é uscito con il sottotitolo «Romanzo non Storico» (tanto per non ingenerare equivoci).
Per Vodolazkin scrivere un romanzo «al positivo», una versione attualizzata delle agiografie dei santi, é stata anche una reazione alla letteratura russa contemporanea, intenta a descrivere sopratutto mafie, capitalismi e violenze. Voleva invece ricollegarsi alla letteratura russa dei grandi temi profondi e degli eroi positivi, evidente (e riconosciuto dall´autore) il riferimento all´Idiota del popolare Dosto.
Questo libro cosí atipico, giocato su diversi piani temporali, su differenti registri linguistici (ad esempio, il russo arcaico), e su questa diffusa santitá, ha avuto (a sorpresa?) successo in Russia, e pare che a favore abbia giocato proprio l´elemento positivo-spirituale. Spero non (solo) in senso sapienziale-new age, anche se poi ognuno ci leggerá quello che vuole, quello che gli é maggiormente utile al momento.
Gli spunti sarebbero molteplici, ma credo di essermi fatto capire. Per foklore vi dico che l´autore — un simpatico e baffuto signore russo, molto serio e posato — ama l´Italia, da lui definito «L´unico paese in cui si puó veramente vivere».
Ecco anche l´incipit del libro, per chi voglia provare a incuriosirsi
«In epoche diverse ebbe quattro nomi. Questo potrebbe rappresentare un vantaggio, dato che la vita dell´uomo é multiforme. A volte succede che le sue parti abbiano poco in comune, talmente poco da sembrare vissute da persone diverse. E in questi casi c´é da meravigliarsi che portino tuttte lo stesso nome.
Aveva anche due soprannomi. Uno di questi, Rukinese, si riferiva a Rukina, il villagggio dove era venuto alla luce. Ai piú era peró noto con l´appellativo di Medico, perché per i suoi contemporanei era soprattutto questo. Dobbiamo supporre che fosse anche di piú, poiché i suoi poteri andavano oltre le facoltá terapeutiche di un medico»
APPENDICE POLITICA
Vodolazkin aveva una voglia pazzesca di commentare la situazione russa attuale. Ha detto esplicitamente che gli si poteva fare qualsiasi domanda, anche non legata al suo romanzo. Lo ha ripetuto un paio di volte, finché la domanda é arrivata.
La sua posizione sul conflitto Russia-Ucraina é solidamente pro-Russia. In termini molto semplici, la popolazione della Crimea si sente russa, ha vissuto come illegale la deposizione del Presidente Janukovyc, e come anti-russe le mosse del nuovo governo ucraino (ad esempio, il divieto della lingua russa nelle manifestazioni ufficiali).
Dico questo molto a margine perché non ho una posizione forte sul tema.
Lo scrittore puó usare — in questo caso lo ha fatto — il proprio palco per esprimere opinioni sull´attualitá. Dico solo che quelle di Vodolazkin sono state espresse con grande chiarezza divulgativa, e con un tocco di pacifismo e spirito comunitario (Sono contrario a mezzi violenti e all´uso delle armi…noi europei siamo tutti di cultura cristiana/europea)